Recovery Fund: cosa succederà?

Recovery fund, l’accordo raggiunto

L’importo totale di Next Generation Ue è stato fissato a 750 miliardi di euro. Una vittoria per l’Italia, che si aggiudica la fetta più grossa della torta, ma anche per i frugali che potranno vigilare sulle erogazioni.

I capo di stato e di governo europei, dopo cinque giorni di Consiglio, hanno raggiunto l’accordo sull’istituzione di Next Generation Ue, il fondo che servirà come stimolo per la ripresa economica dei paesi della zona euro colpiti dalla crisi innescata dalla diffusione del coronavirus. Ad annunciarlo per primo è stato il presidente del Consiglio europeo  su Twitter Charles Michel, con un laconico “deal!”. Sono seguite poi le reazioni dei vari leader, come il premier italiano Giuseppe Conte che ha parlato di “giornata storica per l’Europa e l’Italia”. In questi termini si sono espressi anche il presidente francese Emmanuel Macron e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Sono state superate le divergenze con il blocco de paesi cosiddetti frugali – Austria, Olanda, Svezia, Danimarca e Finlandia – e si è arrivati alla costituzione di un fondo dal valore di 750 miliardi, di cui 390 miliardi di sussidi a fondo perduto, mentre  i restati 360 sotto forma di prestiti. Il valore del bilancio 2021-2027 è stato fissato a 1074 miliardi di euro.

Come funzionerà il recovery fund

Il fondo sarà disponibile a partire dal secondo trimestre del 2021, ma potrà essere utilizzato per finanziare progetti già avviati nel febbraio del 2020 (il famoso ponte agognato dall’Italia). Per poter accedere sia ai sussidi che ai prestiti, gli stati entro il prossimo autunno devono presentare alla Commissione il proprio piano nazionale di riforme in cui dovranno figurare interventi a favore della green economy, trasformazione digitale e, in genere, provvedimenti di tipo strutturale in materia di pensioni, lavoro, giustizia, pubblica amministrazione, istruzione e sanità in base alle raccomandazioni stilate dalla Commissione per il biennio 2019-2020. Entro due mesi la Commissione e il Consiglio europeo a maggioranza qualificata decideranno se approvarlo o meno. A questo è stato aggiunto anche un altro meccanismo di controllo, il cosiddetto super freno di emergenza”: un comitato economico e finanziario (cioè i collaboratori dei ministri delle finanze dell’Ecofin) valuterà il raggiungimento degli obiettivi intermedi in base alla tabella di marcia fissata nel piano di riforme: qualora vengano ravvisate delle incongruenze o altri problemi, la questione verrà affidata ancora al Consiglio europeo, che deciderà in merito.

Quanto dovrebbe spettare all’Italia in base al nuovo fondo? Il nostro paese riceverà sicuramente la quota più consistente che dovrebbe ammontare a circa 209 miliardi di euro, di cui 82 in sussidi e 127 in prestiti, passando da contributore a beneficiario netto (cioè otterrà più soldi dall’Ue di quanti gliene dà). Ma anche i frugali hanno segnato una bella vittoria: al di là del peso politico del premier olandese Mark Rutte, è stato confermato il meccanismo dei rebates, cioè i rimborsi che vengono fatti ai vari paesi in base a quanto versato per il bilancio europeo: alla Danimarca spetteranno 322 milioni annui, all’Olanda 1921 miliardi, all’Austria 565 milioni e alla Svezia 1069 miliardi, in forte rialzo rispetto a quanto previsto.

Recovery Fund, il piano triennale da presentare in autunno

Lo stanziamento dei fondi Ue è subordinato alla presentazione di un piano triennale (2021-2023) che l’Italia, come molti altri paesi nella sua stessa posizione, dovrà presentare entro l’autunno di quest’anno. Prima di novembre, quindi, il Governo Conte sarà chiamato a sottoporre all’attenzione di Bruxelles un Recovery Plan nazionale.

A giudicare la validità del piano sarà la Commissione europea, che dovrà accertarsi che lo stesso sia in linea con le raccomandazioni dell’Unione. Per esprimere il proprio giudizio sul Recovery Plan nazionale, la Commissione avrà tempo due mesi (quindi novembre e dicembre), pertanto il tutto dovrebbe ultimarsi prima dell’inizio dell’anno nuovo. Sullo stesso poi, nel 2022, si dovrà intervenire – se necessario – tramite un riesame e un adattamento che tenga conto della “ripartizione definitiva dei fondi per il 2023”.

Su proposta della Commissione, infine, il piano dovrà essere approvato a maggioranza qualificata dal Consiglio. Se, tuttavia, uno Stato membro ritiene che ci siano “gravi scostamenti dal soddisfacente conseguimento dei pertinenti target intermedi e finali”, in via del tutto eccezionale si potrà sottoporre la questione al Consiglio europeo.

Recovery Plan nazionale, da cosa dipende l’ok di Bruxelles

Le richiesta avanzate dall’Ue nei confronti dell’Italia, le stesse di cui il Governo Conte dovrà tenere conto nel presentare il proprio Recovery Plan nazionale, sono precise, ovvero: procedere con una riforma della giustizia, una del fisco e una del lavoro. Altrettanto importante per la valutazione positiva, inoltre, “l’effettivo contributo alla transizione verde e digitale”.

Il piano triennale dovrà rispettare il più possibile le raccomandazioni arrivate da Bruxelles, poiché l’ok della Commissione dipenderà anche dal livello di coerenza che lo stesso presenterà nei confronti delle linee guida europee.

Quando verrà erogato il fondo

L’Unione Europea non riconoscerà i 209 miliardi all’Italia subito. I fondi del Recovery Fund, infatti, verranno ripartiti nell’arco del triennio 2021-2023.

Nello specifico, il 70% delle risorse totali verrà stanziato nei primi due anni, ovvero tra il 2021 e il 2022, mentre il restante 30% entro la fine del 2023. Si tratta quindi di una dotazione pari a 146 miliardi di euro nella prima fase e 63 miliardi di euro nella seconda.

L’accordo, inoltre, permette ad ogni Paese di richiedere un anticipo del 10% tramite un prefinanziamento. Se l’Italia dovesse scegliere questa via, quindi, riceverebbe un anticipo di 20,9 miliardi di euro. I soldi, comunque, arriverebbero sempre nel 2021 e rimangono vincolati alla copertura di spese e costi sostenuti per fronteggiare l’emergenza Coronavirus.

Fonte: wired.it , qui finanza

Le coperture assicurative per l’Edilizia: le proposte di European Brokers

European Brokers Assicurazioni vanta una particolare esperienza nel settore delle coperture assicurative per l’Edilizia, del Credito e delle Cauzioni gestendo importanti e primarie società di settore e avendo a disposizione una serire di convenzioni tra cui:

Engineering: Polizze Rischi Tecnologici

  •  C.A.R. – Tutti i Rischi del Costruttore/Appaltatore
  •  Decennale Postuma
  •  R.P.O. -Rimpiazzo e posa in Opera
  •  E.A.R. – Tutti i Rischi del Montaggio
  •  Garanzia di Forniture
  •  Elettronica
  •  Guasti alle Macchine
  •  Danni da Interruzione di Esercizio da Guasti Macchine
  •  Leasing Strumentale
  •  Leasing Immobiliare

Polizze di Responsabilità Civile

  •  Durante e per lo svolgimento dell’Attività Imprenditoriale
  •  In tempi successivi / Post Installazione – Danni Postumi in genere
  •  Per i casi in cui i Dipendenti e/o Collaboratori subiscano un infortunio, sia per l’azione di rivalsa INPS/INAIL, sia per richieste di risarcimento pervenute dal lavoratore infortunato
  •  Per la Conduzione dei Locali adibiti a Studio
  •  Per danni provocati da inquinamento
  •  Per danni patrimoniali derivanti dall’amministrazione e direzione dell’attività contraente
  •  Responsabilità Civile Auto

Cauzioni e Fidejussioni

  •  Appalti Pubblici o Privati – Fidejussione Provvisoria
  •  Appalti Pubblici o Privati – Fidejussione Definitiva
  •  Appalti Pubblici o Privati – Fidejussione Ritenuta a Garanzia
  •  Appalti Esteri
  •  Concessioni Pubbliche ed Esattoriali (Costo di Costruzione ed Oneri di Urbanizzazione)
  •  Pagamenti e Rimborsi di Imposte
  •  Garanzie Legge 210/2005
  •  Altre Garanzie

Gestione del Rischio

In particolare la divisione CONSTRUCTION vanta particolari esperienze nella gestione delle gestione dei rischi che si possono verificare in uno dei tre momenti tipici in cui si può suddividere la realizzazione di un’opera:

  1. Progetto e Appalto:
    • Danni a Terzi e all’opera da realizzare, imputabili ad errori di progetto, di calcolo, di controllo e consulenza, compresi i danni patrimoniali (polizza RC Professionale);
    • Perdite subite dal mancato perfezionamento del contratto d’appalto, dalla mancata buona esecuzione dei lavori, dal mancato buon funzionamento dell’opera e da eventuali imperfezioni riscontrate nel collaudo (garanzie fidejussorie, comprese quelle per la tutela dei diritti patrimoniali degli acquirenti di immobili da costruire – Legge 210/2004)
  2. Costruzione:
    • Danni alle opere in costruzione (eventi naturali, accidentali, errori umani, etc.), alle opere preesistenti e alle attrezzature di cantiere, dall’inizio dei lavori fino alla consegna definitiva.
    • Danni durante i collaudi ed il periodo di manutenzione (polizza CAR)
    • Responsabilità dell’impresa derivanti dalle proprie obbligazioni nei confronti di Terzi o di propri dipendenti o prestatori di lavoro, durante l’esercizio dell’attività (polizza RCT/O)
    • Danni cagionati a terzi da difetti riscontrati nei prodotti fabbricati dopo la loro consegna (strutture prefabbricate, infissi, pareti mobili, etc.) (polizza RC Prodotti)
    • Danni subiti ed arrecati durante il trasporto dei materiali, macchinari ed impianti di cantiere, compresi furto e rapina e mancata consegna (polizza Trasporti)
    • Danni subiti dall’opera costruita e da terzi in seguito a rovina ( parziale o totale) o gravi difetti, fino a dieci anni dal compimento dell’opera (polizza Postuma Decennale Risarcitoria, Legge 210, o Postuma Decennale Indennitaria come da “Legge Merloni” o D. Lgs. 122/05)
  3. Esercizio:
    • Danni alle opere in relazione ai rischi derivati dalla gestione ed utilizzo delle stesse (incendio, eventi naturali e catastrofali, etc.) e di quanto in esse contenuto.

La Legge 210/2004 ed il D.Lgs 122/2005, ad esempio, hanno introdotto nuove garanzie per i diritti patrimoniali degli acquirenti di immobili. Nel frattempo anche la Legge sulla Sicurezza, la 626/94, ha cambiato veste ed è entrata in un contesto più ampio, quello del D.Lgs 81/2008 che reca il Testo Unico della Sicurezza sul Lavoro.La specialty gestisce tre macro aree di business:

  •  CONSTRUCTION a tutela dei rischi relativi a progetti di costruzione di opere civili e impiantistiche
  •  RENEWABLES a tutela dei rischi montaggio ed esercizio di impianti da fonti rinnovabili di medie/grandi dimensioni (fotovoltaico, eolico, biomasse)
  •  PROJECT FINANCE Attività di consulenza assicurativa per conto degli enti finanziatori del progetto

Costo assicurazione auto: quali sono i fattori che fanno salire il prezzo

Stai per richiedere un preventivo r.c. auto? Oppure lo hai già fatto e ti sembra alto?

Alcuni fattori influenzano il costo assicurazione auto più di altri. Sai quali sono?

Continua a leggere, per scoprire come viene calcolato il premio assicurativo, tra fattori tecnici, personali e costi fissi.

Fattori tecnici che influenzano il costo assicurazione auto

Alcuni dei fattori tecnici hanno un peso importante all’interno del calcolo per il costo assicurazione auto.

Vediamo quali sono e come influiscono sul prezzo finale della polizza.

Il tipo di veicolo

Il tipo di veicolo che si vuole assicurare, è il parametro più influente sul costo assicurazione auto.

Assicurare un’utilitaria costa decisamente meno rispetto a stipulare una polizza per un’auto di lusso.

Ma quello che la compagnia assicurativa prende davvero in considerazione, è la potenza del motore. Le statistiche dimostrano che veicoli più potenti fanno più incidenti rispetto a quelli che hanno prestazioni più basse.

Generalmente, l’aumento del premio assicurativo si calcola ogni 2 cavalli fiscali in più.

Leggi di più su cos’è la potenza fiscale di un veicolo.

Il tipo di alimentazione del veicolo

Il ragionamento che le compagnie seguono per valutare il rischio in base al tipo di alimentazione è questo: più il costo del carburante è basso e più l’auto, statisticamente, viene utilizzata. Più chilometri percorre un veicolo, e più sale il rischio di sinistri.

Quindi, le auto che utilizzano il Diesel, risultano penalizzate rispetto a quelle a benzina.

Il metano, al contrario di quello che si potrebbe pensare, porta ad un incremento notevole del prezzo delle polizze, soprattutto in alcune Regioni d’Italia, mentre le più vantaggiose da questo punto di vista, sono le auto ibride e elettriche.

Gli accessori di sicurezza

Tutti i dispositivi di sicurezza presenti nel veicolo da assicurare permettono di ridurre il rischio di incidenti, e di conseguenza, di abbassare il costo assicurazione auto.

Ben vengano, quindi, ABS, airbag, frenata di emergenza, scatola nera, antifurto satellitare, e tutto ciò che può contribuire ad evitare sinistri e furti.

Il massimale

Anche il massimale influisce sul costo assicurazione auto. Si tratta del rimborso massimo che la compagnia pagherà in caso di sinistro.

Più è alto e più salirà il premio, per permettere alla compagnia di coprire le spese.

Fattori personali che condizionano il costo assicurazione auto

Anche i fattori personali, relativi al conducente, hanno la loro importanza quando si tratta di calcolare il costo assicurazione auto.

Ecco quali sono le informazioni che le compagnie assicurative prendono in considerazione, per presentarti un preventivo accurato.

Età del conducente

I dati dimostrano che la giovane età può portare a commettere delle imprudenze.

Per questo le compagnie assicurative si tutelano alzando il prezzo della polizza ai giovani, in particolare se sotto i 25 anni.

Esperienza alla guida

Le statistiche dicono che chi ha meno anni di esperienza, è più soggetto a sinistri, rispetto a chi ha esperienza.

Quindi, a parità di età anagrafica e di tutti gli altri fattori, chi è inesperto deve pagare una polizza leggermente più alta.

Classe di merito

Le classi di merito sono 18, e la prima è la più virtuosa. I neopatentati fanno il loro ingresso nella classe di merito numero 14 e, se non fanno incidenti, hanno la possibilità di scalare le classi facendo diminuire il costo assicurazione auto.

Al contrario, se la compagnia assicurativa è costretta a risarcire i danni causati dal conducente varie volte, è possibile anche scendere nelle classi, con un conseguente aumento del premio, anche molto consistente.

Con la Legge Bersani, però, è possibile usufruire della classe di merito di un familiare e risparmiare sulla polizza. Leggi come fare e quali sono i requisiti.

Provincia di immatricolazione o residenza

Per quanto riguarda la Provincia di immatricolazione o residenza, ci si rifà di nuovo alle statistiche. Coloro che vivono o immatricolano il proprio mezzo in zone con molta criminalità e incidenti, avranno un premio assicurativo più alto rispetto ad altre Province italiane.

Professione

Se la professione del conducente prevede di passare molto tempo in auto e percorrere molti chilometri, sarà più soggetto a sinistri, e così il prezzo sale.

Abitudini del guidatore

Anche le abitudini del guidatore possono influenzare il costo assicurazione auto.

Infatti, chi usa il proprio veicolo solo per lavoro, avrà, in media, un rischio di sinistri minore rispetto a chi lo utilizza anche per il tempo libero, anche per il numero di chilometri percorsi.

Rientra in questa categoria, anche la possibilità di riporre l’auto in un box o garage, rispetto a dover lasciare l’auto parcheggiata in strada. Nel secondo caso, infatti, il rischio di essere coinvolta in un incidente è maggiore, e di conseguenza il prezzo dell’ r.c. auto sale.

I costi fissi inclusi nel prezzo delle polizze r.c. auto

A tutti i fattori elencati sopra, vanno poi aggiunte le spese fisse, che sono incluse nel costo assicurazione auto.

Si tratta di diverse voci di spesa, come quelle per coprire i costi della pratica, gli oneri fiscali e sanitari, il contributo al Servizio Sanitario Nazionale e quello per il Fondo di Garanzia per le vittime della strada.

Hai qualche domanda su come si calcola il costo assicurazione auto?

Per ulteriori informazioni vai su preventivircauto.it e contattaci sulla live chat oppure scrivici a questo indirizzo email: rca@ebrokers.it

#Barch-in il primo drive-in italiano in barca

A Venezia approda il primo drive-in italiano in barca. Dal 28 luglio al 1 agosto il Bacino dell’Arsenale ospiterà Barch-in, primo drive-in italiano in barca. L’evento, nato ad aprile, in pieno lockdown, dalla proposta culturale di un gruppo di giovani veneziani, è gratuito. La rassegna si svolgerà nel rispetto delle disposizioni anti Covid: l’ingresso nello specchio d’acqua sarà consentito a un massimo di 50 imbarcazioni per serata, per un totale di 200 persone.

Per gli spettatori sarà obbligatoria la registrazione, la prenotazione si potrà effettuare sul sito internet www.barch-in.it. L’accesso al Bacino è in programma dalle ore 19 e sarà gestito in un arco temporale pensato per garantire l’afflusso delle imbarcazioni secondo le prescrizioni in merito al distanziamento sociale. Durante la fase di ormeggio sono inoltre previsti momenti di intrattenimento musicale; in attesa dell’inizio delle proiezioni sarà possibile ordinare un aperitivo o la cena da consumare direttamente sulla barca. Per coloro che sono invece sprovvisti d’imbarcazione propria, è stata prevista la possibilità di salire a bordo, sempre rispettando il distanziamento sociale, di barche messe a disposizione dalle remiere, società e associazioni che sostengono il progetto.  

I film ripercorrono il tema del rapporto tra l’uomo, l’acqua e l’arte marinaresca, avvicinandosi e allontanandosi dall’epicentro “Venezia” con una scelta tra film, documentari, cult e blockbuster. Ogni proiezione sarà introdotta da una presentazione con ospiti e momenti di intrattenimento.“

Fonte: VeneziaToday 

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