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Crisi economica e coronavirus bloccano la voglia di vacanze

Chi può partire resterà in Italia. Meno soldi in tasca, meno certezze, rischio di brutte sorprese una volta atterrati. Meglio restare vicino casa.

Secondo un report di Unioncamere e Isnart, che analizza i volumi turistici, è emerso che a spostarsi per le vacanze saranno solo 24 milioni di italiani.

Ormai sembra assodato che la crisi economica causata dal coronavirus e la sfiducia generica dovuta alla paura del contagio, ha spinto una buona parte di italiani a rinunciare alle vacanze estive. Secondo una ricerca di Unioncamere saranno il 40 per cento in meno i vacanzieri questa estate. Nonostante il bonus vacanze infatti, gli italiani non hanno certezze sugli spostamenti e a parte qualche weekend eviteranno grandi “esodi” come l’anno scorso.

Un italiano su due rinuncia alle vacanze per colpa del coronavirus

Grazie ad un report di Unioncamere e Isnart, che analizza i volumi turistici, è emerso che a spostarsi per le vacanze saranno 24 milioni di italiani ma tra questi l’86% rimarrà in Italia scegliendo alcune destinazioni come Sicilia o comunque località di mare. La Sicilia, in particolare, avrà un vero e boom di turisti con una previsione di 3 milioni di arrivi. Meno invece in Puglia, Campania e Sardegna che registrano un -10%, -22% e -14%. Ancora peggio per Lombardia, Lazio, Marche ed Emilia Romagna che registrano cali da 800 mila e 600 mila presenze. In sostanza, l’indagine è stata molto utile per appurare che circa 21 milioni di italiani non andranno in vacanza e chi partirà ha scelto zone meno coinvolte dal coronavirus. Basti pensare a Umbria, Abruzzo e Friuli che hanno visto un aumento importante rispetto allo scorso anno.

Saranno vacanze low cost

Un altro dato che conferma la crisi economica si riferisce al tipo di sistemazione e mezzo utilizzato per raggiungere la meta. Il 40% dei vacanzieri alloggerà in case vacanze e userà l’auto per spostarsi. In tal senso viene confermata la tendenza a vacanze low cost, non lontane da casa, in auto e lontani dai lussi degli hotel, anche per una questione di percezione di maggior sicurezza.

Confermato anche l’insuccesso del bonus vacanze, secondo il report: “Solo il 7,4% ne ha usufruito, mentre il 78,3%, ovvero quasi 19 milioni di italiani, dichiara di non utilizzarlo e un 14,3% è ancora indeciso”. In ogni caso sarà un’estate caratterizzata da un turismo di prossimità e con soggiorni più brevi anche a causa della mancanza di ferie.

Del resto più di un mese fa anche lo speciale stilato da italiani.coop (il portale di indagine e approfondimento sulla vita quotidiana degli italiani) non era tanto distante dall’indagine di Unioncamere e Isnart. Ecco i risultati riassunti in infografiche molto esplicative.

Download infografiche italiani.coop


Chi parte, pensa comunque a soggiorni più brevi rispetto al 2019 nel 39% dei casi, il 30% vorrebbe spendere circa il 20% in meno: il budget sarebbe stato oltre i 1.200 euro senza Covid, poco sopra i 1.000 con il Covid.  Solo il 24% già pensa di ricorrere al tax credit, il contributo previsto dal Governo per incentivare gli italiani a tornare a viaggiare.

Il Covid si fa sentire se si calcola che di quel 30% di mancati vacanzieri, il 17% ha rinunciato proprio a causa della pandemia (con donne e over 56 che scelgono di non andare in viaggio con più frequenza). In cima alle motivazioni il caos e l’incertezza del momento: le regole poco chiare scoraggiano il 78% dei rinunciatari, la paura di ammalarsi il 77%, la necessità di risparmiare in previsione di periodi difficili il 77% e le difficoltà economiche già insorte proprio per il lockdown il 70%.

Certo le mascherine e i disinfettanti sono il must have della valigia dei vacanzieri. Il 93% è convinto che userà disinfettanti, igienizzanti e protezioni per il viso in vacanza (l’84% pensa addirittura ai disinfettanti per superfici). Sei su 10 si dicono disposti ad installare e usare app di tracciamento dei contagi (Immuni è quella diffusa in Italia dal Ministero della Salute) e l’88% si dice d’accordo con l’obbligo di mascherine al chiuso, mentre oltre l’80% con gli ingressi scaglionati e l’obbligo di prenotazioni. Convince molto di meno invece il passaporto sanitario, con il quale si dicono d’accordo solo il 47% dei vacanzieri e anche i dispositivi per il viso obbligatori all’aperto vedono concordi solo il 50%.

Il Covid fa cambiare rotta – Chi parte ha ridisegnato le proprie vacanze a seguito della pandemia, con il 77% che dichiara che il Covid lo ha spinto a modificare la propria destinazione. Il 47% dei vacanzieri sarebbe andato all’estero in questa estate 2020, ma a fronte delle restrizioni e della pandemia, il 91% di chi va in vacanza pensa che rimarrà in Italia, cosa che potrebbe portare nel Paese un numero lievemente maggiore di turisti italiani. Nel Paese sì, ma comunque spostandosi, già che il 71% afferma di volersi recare in un’altra regione. E se nel 2019 non cambiava meta quasi un italiano su 4, nel post-Covid il numero sale a 1 su 3.

E l’occasione di una estate tutta italiana fa riscoprire la montagna, soprattutto ai giovani: la scelgono il 25% dei 23-35enni in previsione nell’estate 2020, contro l’11% nel 2019. Il mare rimane

la meta più gettonata (scelto dal 60% del totale dei vacanzieri del campione), ma la montagna e la natura passano dal 13% se non ci fosse stata la pandemia al 23% post-Covid. Una montagna peraltro senza genere e senza età, già che il trend è in crescita per tutti i vacanzieri. Tra le regioni più scelte il mare della Sicilia in cima alla classifica, il mare della Puglia e le montagne del Trentino Alto Adige.

Un’estate che inizia in ritardo a causa del lockdown e dell’incertezza che gli italiani percepiscono nel sistema turistico del Paese, con le prenotazioni che accennano una comparsa solo in queste settimane. A marzo 2019 aveva già prenotato il proprio soggiorno il 21% dei vacanzieri e il 37% lo avrebbe fatto a breve (quindi presumibilmente entro maggio). A giugno 2020 invece, ha prenotato ancora solo il 22% di chi andrà in vacanza e il 42% pensa di farlo a breve. A questo ritardo si sommano poi coloro che nell’incertezza si affideranno a prenotazioni (ormai obbligatorie) all’ultimo minuto: i vacanzieri da last minute erano il 12% nel 2019 e saranno il 19% nel 2020.

Cambiano anche i criteri di selezione della vacanza, si scelgono pacchetti in cui il rapporto qualità/prezzo è il migliore e più degli altri anni, si va in cerca di una soluzione che si adatti al meglio ai gusti di chi sta partendo (trend in crescita rispetto al 2019 dal 28% al 33%).

Le agenzie di viaggi – Proprio l’incertezza premia poi l’affidabilità e le competenze delle agenzie di viaggio: nel 2020 pensano di prenotare attraverso le agenzie il 31% dei vacanzieri, contro il 18% nel 2019.

Download infografiche

Fonte: italiani.coop, investireoggi.it

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