Il Recovery Fund potrebbe portare delle inattese e spiacevoli sorprese per i contribuenti italiani.
Inizia infatti a farsi largo l’ipotesi che per poter accedere ai fondi europei varati per fronteggiare la crisi economica innescata dal coronavirus, potrebbe rivelarsi necessario operare delle modifiche al sistema pensionistico che potrebbero tramutarsi in dei veri e propri tagli o a un innalzamento dei requisiti di età per poter accedere alla pensione.
Misure che sarebbero in netta controtendenza rispetto ai tentativi degli ultimi anni di riparare ad alcune ingiustizie sociali, scatenate principalmente dalla riforma Fornero, per permettere ai contribuenti di accedere più facilmente ai trattamenti pensionistici.
A destare preoccupazione a riguardo sono state le dichiarazioni del Commissario agli Affari Europei Vincenzo Amendola, durante un’audizione che si è svolta davanti alle Commissioni Bilancio e Politiche dell’Ue di Camera e Senato.
Amendola ha infatti ricordato che per poter accedere al Recovery Fund, si dovranno seguire delle specifiche raccomandazioni da parte redatte dall’Unione Europea.
Sarà necessario attuare delle politiche di riforma e Amendola ha lasciato intendere che potrebbero riguardare molti settori tra cui lavoro, formazione e pensioni.
Il Commissario Europeo ha infatti spiegato che il nostro paese ha un assoluto bisogno di ridurre il peso dell’intero sistema pensionistico sulla spesa pubblica. Motivazioni non troppo dissimili da quelle che portarono la Fornero ad attuare una delle riforme più controverse mai adottate nel nostro paese, che diede inizio al cosiddetto fenomeno degli “esodati”.
Amendola in commissione ha dichiarato che una riforma del sistema pensionistico potrebbe non necessariamente passare da un taglio diretto alle pensioni già in essere, ma piuttosto a una modifica sostanziale di quelli che sono gli attuali requisiti per l’uscita anticipata.
Tagli o meno si fa sempre più strada l’ipotesi di adottare soluzioni palliative e private per colmare la mancanza di politiche sociali adeguate. Le risposte arrivano principalmente da fondi pensione e direttamente dalle compagnie. Questo settore contribuisce a soddisfare la crescente domanda di welfare in questo caso generato anche dall’incertezza delle condizioni generate dal coronavirus, al fine di migliorare le aspettative e la qualità della vita degli individui.