Il fumo è sicuramente uno dei fattori che influisce in modo più determinante su vari parametri di un’assicurazione sulla vita. Oltre ad avere un’incidenza indiretta sull’età, dal momento che un fumatore, essendo maggiormente disposto a malattie come il cancro, l’ictus o l’infarto, ha maggiori probabilità di andare incontro a una morte prematura, il fumo è uno dei fattori che vengono misurati e valutati nei questionari che ogni compagnia assicurativa chiede di compilare al potenziale assicurato e di consegnare insieme alla proposta di assicurazione.
Oggi sentiamo parlare di frequente delle sigarette elettroniche, una tendenza che anche in Italia è andata incontro a un autentico boom dall’anno della sua invenzione (qualcuno dice il 1963, ad opera dell’americano Herbert A. Gilbert, secondo altri si dovrebbe risalire al 2003, per merito del cinese Hon Lik) e il principio che risiede alla base della diffusione di tale articolo è fin da principio la consapevolezza dei danni cagionati dal tabagismo e la volontà di allontanarsi da quel circolo vizioso del tabacco/nicotina surrogandolo tuttavia con liquidi contenti anche molti aromi chimici, come aldeidi, vanilline e alcol considerati sicuri per l’ingerimento, ma di cui poco si sa in merito alla tossicità di inalazione, in particolare quando sono volatilizzati ad alte temperature.
Ma quando si parla di assicurazioni (ed in particolare di polizza temporanea caso morte) questo apparecchio ci fa risultare fumatori o meno, con tutto quello che ne consegue?
Attualmente quando si stipula una polizza caso morte il fattore fumo ha una notevole incidenza a livello di costi e prestazioni; chi fuma paga più degli altri, a parità di massimale assicurato in polizza (questo per ovvi motivi legati all’aspettativa di vita minore che ha un fumatore rispetto a chi non ha questa abitudine, scientificamente considerata dannosa).
Prima della sottoscrizione del contratto viene domandato al cliente di autocertificarsi come fumatore o meno, in modo da tarare il rischio sulle sue reali condizioni … inutile dire che mentire serve a poco poiché si correrebbe il rischio di non essere pagati in caso di morte legata in qualche modo alle patologie da fumo, se invece avremo dichiarato il vero saremo inattaccabili da ogni punto di vista, anche perché questo genere di assicurazioni copre praticamente qualsiasi rischio di morte, compreso il suicidio.
Con la sigaretta elettronica la situazione qual è? Per le assicurazioni si è fumatori? La risposta è: solo a certe condizioni!
Mentre in Italia la diffusione di questi dispositivi è ancora troppo recente, il problema sul come classificare i fumatori di sigaretta elettronica nelle assicurazioni caso morte si è già posto negli Stati Uniti d’America. La soluzione al momento sembra essere disciplinata dalla nota informativa di ciascuna compagnia:
- se nella nota informativa si parla di tabacco non ci sono dubbi che il fumatore di sigaretta elettronica sia escluso dall’aggravamento del premio, poiché il dispositivo non contiene alcuna traccia di questa sostanza, l’ampolla che si va ad aspirare contiene solo nicotina ed aromi;
- se la nota informativa parla genericamente di “fumo” si va a discrezione dell’assicuratore, che dovrà dare una risposta chiara. Parlare di fumatori va paradossalmente ad escludere chi mastica o fiuta tabacco, senza tuttavia aiutarci a dirimere la controversia sulla sigaretta elettronica, che in effetti, contenendo nicotina, andrebbe ad essere equiparata ad un qualsiasi articolo da fumo in cui avviene combustione (sigaretta, sigaro, pipa, narghilé ecc.).
Sebbene ad oggi siano ancora molti i dibattiti sulle reali conseguenze del fumo ECIG , visto soprattutto il primo caso di decesso avvenuto negli Stati Uniti ed il considerevole aumento di malattie respiratorie (almeno 193 casi in 22 dei 50 Stati americani, molti tra teenager e giovani, secondo i centri per la prevenzione e il controllo delle malattie Cdc) le sigarette elettroniche
a livello assicurativo risulterebbero equivalenti alle sigarette anche se meno dannose del tabacco per quanto riguarda la connessione con la nicotina, e con ridotte evidenze in merito ad altre possibili implicazioni negative per la salute.
FONTE: Assicurazioni Blog, Intermedia Channel