Rischiosità commerciale: bene le imprese della Tuscia

 Rischiosità commerciale, bene le imprese della Tuscia.

La Tuscia è la provincia del Lazio con le imprese potenzialmente più affidabili.

E’ quanto emerge da un’indagine dell’osservatorio Cribis D&B sulla rischiosità commerciale delle imprese laziali. La società, specializzata in business information,analizza il grado di affidabilità delle imprese italiane e la loro capacità di fronteggiare gli impegni presi nei confronti dei propri fornitori.

Le analisi svolte da Cribis colloca le imprese viterbesi all’ultimo posto per livello di rischiosità. Guida, invece, la classifica la provincia di Roma, in cui si concentra più del 74% delle imprese laziali, con un livello di imprese ad alto rischio del 18,28%, a fronte di una quota con bassa rischiosità del 3,92%.

Al contrario, Viterbo è la provincia che mostra la migliore performance con una concentrazione di imprese ad alta rischiosità del 10,35%, contro una bassa rischiosità del 5,16%.

In particolare, la classifica delle province laziali a più elevata rischiosità prospettica vede al primo posto assoluto Roma con il 18,28% del totale. Seguono Frosinone con il 16,45%, Latina con il 15,88%, Rieti con il 12,52% e infine Viterbo a quota 10,35%.

Viterbo con il 5,16% di imprese altamente affidabili, inoltre, ottiene la migliore performance per quanto riguarda la classifica in termini di bassa rischiosità potenziale, segue Roma con il 3,92% e vengono poi Latina (3,17%), Frosinone (2,99%) e Rieti (2,96%).

Viterbo, dunque, appare come la provincia laziale potenzialmente meno rischiosa: la percentuale di imprese ad alta rischiosità è cresciuta meno che nelle altre province, passando dall’8,55% del 2008 al 10,35% del 2012 (+1,80 punti percentuali).

A Viterbo, che raccoglie il 6% delle imprese attive in regione, a fine dicembre 2012 il 10,35% delle imprese (dunque quasi 7 punti percentuali in meno della media regionale) presentava un’alta rischiosità di generare insoluti commerciali nei confronti dei propri fornitori nel 2013, mentre un altro 42,37% si caratterizzava per una rischiosità media.

Il trend ha comunque evidenziato un peggioramento: la percentuale di aziende viterbesi ad alto rischio è cresciuta di quasi tre punti percentuali, passando dall’8,55% di dicembre 2008 al 10,35% di cinque anni dopo.

Nello stesso periodo, però, anche la percentuale di imprese con rischiosità bassa è scesa di oltre tre punti, dall’8,53% al 5,16%.VITERBO

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