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Responsabilità Assicurativa nel caso Crowdstrike: chi copre i costi del disastro Informatico?

Crowdstrike

Il Deficit di Responsabilità delle Software House

Il recente disastro informatico legato a Crowdstrike ha sollevato una serie di interrogativi cruciali per il settore delle assicurazioni e la responsabilità delle software house. Questo evento, che ha bloccato aerei, fermato treni e messo in ginocchio infrastrutture critiche in tutto il mondo, pone una domanda fondamentale: chi pagherà il conto?

La Mancanza di Normative Chiare sulla Responsabilità

Obblighi Legali delle Software House

In teoria, le software house hanno l’obbligo giuridico di garantire che i loro prodotti non causino danni. Tuttavia, nella pratica, le grandi multinazionali del software spesso riescono a evitare condanne per danni causati da bug o malfunzionamenti. La difficoltà principale risiede nell’impossibilità delle vittime di accedere al codice sorgente per verificare la presenza di difetti, nella complessità di dimostrare che il difetto è la causa principale del danno, e nei costi elevati di una causa legale.

L’Insufficienza delle Normative Europee

La legislazione europea appare spesso inefficace nel proteggere i consumatori e nel garantire una catena di responsabilità chiara. Bruxelles tende a proporre regolamenti “a pezza” invece di affrontare il problema strutturalmente, come dimostra la gestione della normativa sull’intelligenza artificiale. La mancanza di una direttiva uniforme per l’attribuzione della responsabilità nel settore IT lascia un vuoto che favorisce l’irresponsabilità delle software house.

Proposte per una Maggiore Protezione

Introduzione di Obblighi di Assicurazione

Una possibile soluzione potrebbe essere l’introduzione di un obbligo assicurativo per i produttori e i venditori di software, simile a quello richiesto per la responsabilità civile automobilistica. Tale obbligo garantirebbe che la compagnia assicurativa risarcisca i danni causati dal software difettoso, con la possibilità di rivalersi successivamente sulla software house. Questa misura avrebbe un effetto deterrente significativo, incentivando le aziende a migliorare la qualità dei loro prodotti.

Trasparenza sui Codici Sorgenti

Un’altra proposta concreta è l’obbligo per i produttori di rendere disponibili i codici sorgenti incriminati durante le cause legali. Sebbene questa misura possa sembrare complessa, rappresenterebbe un importante deterrente, spingendo le aziende a proteggere la sicurezza e la qualità dei loro prodotti per evitare la divulgazione del codice.

Demonstration of Due Diligence

Implementare l’obbligo per i produttori di dimostrare di aver adottato tutte le misure necessarie per evitare danni potrebbe essere un ulteriore passo avanti. Invece di costringere le vittime a provare la causa dei danni, questa normativa sposterebbe il carico della prova sul produttore, rendendo più equo il processo legale.

Il Ruolo delle Compagnie Assicurative

Sviluppo di Polizze Specifiche per il Settore IT

Le compagnie assicurative possono giocare un ruolo cruciale nel mitigare i rischi legati ai malfunzionamenti del software. Sviluppare polizze specifiche che coprano i danni derivanti da difetti software, inclusi i costi per la riparazione dei sistemi e i danni economici subiti, potrebbe rappresentare una soluzione efficace. Queste polizze dovrebbero includere clausole chiare sulla responsabilità e sugli obblighi di sicurezza del produttore.

Formazione e Supporto Legale

Inoltre, le compagnie assicurative dovrebbero offrire formazione e supporto legale alle aziende per aiutarle a gestire i rischi legati ai software e a migliorare la sicurezza dei loro prodotti. Questo supporto potrebbe includere audit di sicurezza, consulenze per la compliance normativa e assistenza nella gestione delle crisi.

Il Mistero del Difetto: Perché è Successo?

Complessità Tecnologica e Fattori Contributivi

Come è possibile che un errore simile sia accaduto, da parte di un’azienda di queste dimensioni e pedigree? Lo accerteranno le inchieste, incluse quelle delle assicurazioni e delle aziende terze che proveranno a rivalersi su Crowdstrike. Corrado Giustozzi sottolinea che «c’è un tema di complessità tecnologica che ormai ci sovrasta. Ogni banale pezzo di software poggia su strati e strati di altri software e di altre piattaforme difficili da governare, soprattutto in un mondo aperto a terze parti come quello di Microsoft».

Interconnessione e Vulnerabilità

Pierguido Iezzi, Strategic Business Director di Tinexta Cyber, aggiunge: «I sistemi informatici odierni sono estremamente eterogenei e interconnessi. Ci sono diversi fornitori, software e personalizzazioni all’interno delle aziende. Questa complessità rende molto difficile avere la certezza assoluta che un aggiornamento non causi problemi di compatibilità. Anche nel caso degli aggiornamenti per i nostri smartphone capita spesso che ne segua subito un secondo, per risolvere un bug». Inoltre, Iezzi evidenzia come «le sempre nuove vulnerabilità e la presenza degli ‘zero-day’, sfruttate dai cyber criminali, spingano ad aumentare la frequenza degli aggiornamenti. Dall’altro lato, però, le aziende sentono la necessità costante di rilasciare nuove funzionalità».

Verso una Maggiore Sicurezza e Responsabilità

Il caso Crowdstrike evidenzia la necessità urgente di riformare il quadro normativo e assicurativo per garantire una maggiore sicurezza e responsabilità nel settore IT. Adottare misure come l’obbligo di assicurazione, la trasparenza sui codici sorgenti e la prova della diligenza potrebbe essere un passo decisivo verso una protezione più efficace dei consumatori e una maggiore responsabilizzazione delle software house.

Il futuro della sicurezza informatica dipende dalla volontà di affrontare questi problemi con soluzioni concrete e strutturali, senza cedere alla tentazione di soluzioni temporanee o insufficienti. È tempo di trasformare le sfide in opportunità per costruire un ecosistema digitale più sicuro e affidabile.

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