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NFT (Non Fungible Token). Sarà la nuova frontiera delle Assicurazioni?

Dopo il fenomeno del Bitcoin, sta diventando virale una nuova mania digitale, gli NFT. Solo nel 2020 il volume di scambi del mercato NFT ha superato i 250 milioni di dollari. Sembrano pochi ma per un qualcosa che al 95% della popolazione mondiale suona come incomprensibile questi numeri sono giganteschi.

Basta pensare che ad inizio di Marzo 2021 la casa d’aste Christie’s ha venduto per 69,3 milioni di dollari un’opera d’arte che esiste solo in formato digitale (JPEG). Un Non Fungible Token appunto.

Gli NFT, acronimo di Non Fungible Token, sono in sostanza dei certificati di autenticità digitale. Acquistando un NFT, si ottiene il possesso di un certificato che consente di rivendicare  i diritti di proprietà sul bene acquistato e/o di poter ottenere fee sulle successive ed ulteriori transazioni a cui quel bene potrebbe essere soggetto nel corso della sua esistenza.

La certificazione della proprietà avviene tramite il sistema _blockchain_, la tecnologia diventata nota grazie alle criptovalute. Nel caso degli NTF la blockchain serve a certificare il diritto di possesso del bene acquistato e a commercializzarlo all’interno del mercato. In maniera certa , inequivocabile e sicura.

A differenza del bitcoin e delle criptovalute, gli NTF non possono essere scambiati tra di loro in quanto rappresentano una sorta di lucchetto digitale, rappresentato da una stringa di soli  numeri e lettere, indicando che il bene è di proprietà di qualcuno. Ed è solo e soltanto questa persona che ne può rivendicare i diritti.

Esempi recenti di NTF di diverse tipologie, tra i più noti ad oggi sono quello di Elon Musk , il proprietario di Tesla che ha messo in vendita una canzone techno ispirata agli NTF, cosi come il fondatore di Twitter che ha messo all’asta il suo primo tweet tramite questa tecnologia.

Altri significativi esempi li  possiamo riassumere  qui:

  • la GIF del “nyan cat” venduta lo scorso febbraio per 587 mila dollari;
  • un NBA Top Shot, una sorta di figurina digitale che propone una giocata di un cestista della lega nordamericana con le statistiche della partita in cui è avvenuta,  valutata 208 mila dollari;
  • un’opera digitale di Mike “Beeple” Winkelmann (una raccolta di 5.000 contenuti digitali ) recentemente battuta da Christie’s, la più grande casa d’aste al mondo, per 69 milioni di dollari;
  • Il gruppo musicale Kings of Leon che ha venduto molte copie dell’album “NFT Yourself”, che include un vinile in edizione limitata, un artwork e l’edizione digitale, per un totale di 2 milioni di dollari;
  • il co-fondatore di Twitter Jack Dorsey , come ricordato che ha messo all’asta  il suo primo tweet per  2,5 milioni di dollari con pagamento convertito in bitcoin donati poi in beneficenza.

Possiamo quindi agevolmente dire che  qualsiasi cosa può diventare un

NFT: immagini, canzoni, tweet, immobili, skin di giochi e soprattutto chiunque , proprio chiunque può generare un NFT e provare a venderlo su vari marketplace oggi esistenti. Basta che abbia mercato.

Partendo dalla definizione di bene non fungibile possiamo capire l’utilità che sta emergendo con gli  NTF. Un prodotto non fungibile è tale se  non è replicabile ed è costituito da una sua specifica individualità. Per esempio  un opera d’arte come un quadro che  per quanto se ne possa creare delle repliche, la copia originale porta con sé delle caratteristiche che le sue copie non avranno mai.

Con gli NFT è quindi possibile acquistare la proprietà digitale di un bene non fungibile.  Proprio il fatto di essere unico questo lo rende di per se esclusivo.

La blockchain (catena di blocchi) è un immenso registro mantenuto attivo da migliaia di terminali connessi in cui si possono tenere traccia di tutte le transazioni che avvengono senza mai poter risalire alla persona che vi è dietro.

Per il mondo delle criptovalute, la blockchain serve a garantire l’autenticità di ogni bitcoin, ad esempio, che viene scambiato e quindi di ogni transazione. Grazie a questo sistema è possibile cosi anche garantire la fungibilità del bene scambiato.

Nel caso degli NTF invece, la blockchain serve a certificare l’autenticità e la proprietà del file o del prodotto sottostante.

La domanda da porsi adesso è se un NTF può essere assicurabile. Certo che , riportando il tema al mercato Italiano dove si fa fatica ad assicurare la casa o la persona, dove la cultura assicurativa è tra le più basse al mondo parlare di NTF come prodotto assicurativo sembra fantascienza.

Ma non è cosi e nel mondo qualcuno ha gia’ pensato a quello che potrebbe rivelarsi un enorme business.

YAS, una società assicurativa Insurtech di Hong Kong  in collaborazione con la filiale di Hong Kong di Assicurazioni Generali ha annunciato recentemente il lancio di NFTY la prima microassicurazione NFT (Non Fungible Token) al mondo, sfruttando la crescente popolarità della tecnologia avanzata blockchain che certifica asset digitali come media, brani musicali, opere d’arte e oggetti da collezione come unici e quindi non intercambiabili.

Il prodotto innovativo e assolutamente il precursore in questo campo sarà generato per coprire l’NFT di “None Gets Me”, una canzone inedita di Hanjin Tan, famoso cantautore e compositore cinese di Singapore. La polizza copre il furto e la perdita dell’NFT a tutela del sottoscrittore. In questo modo la soluzione garantirà una maggiore protezione e tranquillità per i sottoscrittori e aiuterà artisti, compositori, galleristi  ed operatori del settore a raggiungere un pubblico di riferimento molto più ampio e garantito.

Geniale come idea ma sopratutto la dimostrazione di quello che a livello tecnologico ed innovativo sta accadendo con la velocità della luce nel mondo e a breve accadrà anche in Italia.

Secondo YAS gli NFT potrebbero arrivare a  compensare l’enorme calo del reddito degli artisti musicali e potenziare il valore delle loro opere in seguito al boom delle piattaforme musicali gratuite.

Si prevede che la domanda di copertura assicurativa per gli asset NFT crescerà sempre più, con un enorme potenziale di mercato. Questo è assolutamente certo.

YAS punta con questo a creare una customer experience di elevato ed unico interesse curando un ecosistema molto peculiare e offrendo una tecnologia innovativa .

Siamo di fronte a sentieri inesplorati ma di grandissimo rendimento economico. Questa è la molla che porterà l’interesse delle aziende su questo settore ad oggi ai più sconosciuto e oscuro,  forse anche per la paura o meglio il timore di confrontarsi con queste nuove tecnologie e i loro derivati e di non saperli manipolare,  utilizzare o anche per la incapacità visionaria di molti di non capirne l’enorme business o di come farlo diventare un business.

Queste innovazioni, anche ideologiche fanno comprendere come stanno per essere scardinati i vecchi stereotipi assicurativi basati su prodotti ormai desueti e tradizionali e forse anche un po’ noiosi.

I prodotti e l’esperienza di YAS diventeranno il nuovo paradigma e garantiranno un’integrazione trasparente delle assicurazioni nelle nuove generazioni e nelle economie emergenti.

La microassicurazione diventerà se già non lo è parte integrante della nostra vita quotidiana, questo ormai è certo.

YAS sta progettando inoltre il lancio di una ulteriore serie di prodotti di micro-assicurazione che coprono vari asset NFT, come dipinti famosi, animazioni, brani musicali, testi, opere audiovisive, orologi, vini e liquori e opere di fotografi offrendo la protezione necessaria per le nuove economie che si stanno delineando all’orizzonte.

Ancora una volta  l’insurtech dimostra di essere  la giusta strada da percorrere in questo processo di innovazione e cambiamento che sta portando a delineare il  futuro prossimo  venturo delle assicurazioni.

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Fonte: Intermedia Channel

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