Gli attacchi a infrastrutture critiche, aziende ed enti pubblici dovrebbero attirare l’attenzione dei partiti, che invece dicono poco e niente sul tema. Unica eccezione: la Lega. Un disinteresse preoccupante per il futuro del Paese
Regione Lazio e Regione Sardegna. I dati dell’Agenzia delle entrate. L’attacco mai chiarito al ministero della Transizione ecologica, annunciato in diretta radio dallo stesso ministro Roberto Cingolani e poi finito sotto silenzio. Quello a Trenitalia con le chat di negoziazione finite in rete (e burloni che si inseriscono, facendo saltare il tavolo). Sogin. L’Ente nazionale del turismo. Le informazioni di Siae finite online. Ma anche aziende simbolo del made in Italy, come Rovagnati e San Carlo. L’onda lunga della guerra informatica in Ucraina e la campagna ddos di Legion contro i siti di aeroporti e ministeri. Il caso dell’antivirus Kaspersky. E ultimo in ordine di tempo, l’attacco al Gse. A mettere in fila gli episodi più eclatanti degli ultimi dodici mesi, la cybersecurity dovrebbe essere in cima all’agenda della politica, ma così non è.
Nel mondo dell’onlife, come il filosofo Luciano Floridi ha ribattezzato la continua ibridazione tra reale e virtuale della nostra epoca, la sicurezza si misura tanto sulle strade quanto in rete.
Cybersecurity è un argomento per lo più assente; un’economia avanzata del terzo millennio non può programmare seriamente il futuro senza dare il giusto rilievo alla cybersecurity. Che assicura protezione alle infrastrutture critiche del Paese, è una forma di tutela la competitività delle imprese ed è un settore destinato a crescere per volumi e persone impiegate. Secondo un rapporto di Trend Micro, multinazionale della sicurezza informatica, lo scorso mese di maggio ha incoronato l’Italia come primo bersaglio di attacchi ransomware e malware in Europa. Secondo un censimento condotto su 1,3 milioni di operazioni malevole intercettate, per Trend Micro il Belpaese è sesto nella classifica mondiale.
Fonte: Wired