Gli assicuratori preferirebbero evitare di coprire la guerra. Le crisi geopolitiche stanno facendo affiorare il rischio di minacce, sempre più pressanti, di interrompere le reti di computer aziendali. La prospettiva di attacchi cyber legati alla Russia sono più che reali. Gli attacchi ransomware sono diventati eventi da cui ogni azienda deve proteggersi, sostengono gli esperti.
Crollano intanto le Borse, volano gas, petrolio e materie prime
Petrolio ai massimi da sette anni, vola il prezzo del gas, crollano le Borse: l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, come previsto, non sta lasciando indifferenti i mercati finanziari mondiali.
Gli indici orientali hanno chiuso in forte ribasso: Tokyo in calo dell’1,8%, Seul del 2,6%, Shanghai dell’1,7%, Shenzhen del 2,4%, Hong Kong del 3,2%
La Borsa di Mosca scende fino al 45% per poi risalire nel pomeriggio (-35%). Secondo i calcoli di Bloomberg l’invasione sta bruciando circa 180 miliardi di dollari di capitalizzazione sulla Borsa della capitale. Dall’inizio delle operazioni le contrattazioni sono state sospese più volte. Si sgretolano le quotazioni dei grandi gruppi, in gran parte a partecipazione statale: Gazprom, Rosneft e Lukoil perdono il 40%, 44,5% e 26%. Dimezzati valori di Sberbank, la più grande banca russa (-51%), del gruppo finanziario Tcs (-53%,) e Vtb Bank (-47%).
Male tutti i principali indici europei. A metà giornata Piazza Affari si conferma in deciso calo, attorno al 5,3%. Il Ftse Mib a 24.591 è sui minimi di luglio. I titoli più bersagliati restano quelli più esposti su Mosca e in Est Europa. In generale tutti i settori sono colpiti dalle vendite. Giù anche le altre piazze: Francoforte cede il 5%, Parigi il 4,9%, Londra il 3,1%.
Nel pomeriggio importante discesa dello spread tra Btp a Bund tedeschi a 10 anni e dei rendimenti del prodotto del Tesoro dopo che, come evidenziano alcuni analisti, il governatore della banca centrale austriaca, Robert Holzmann, componente del consiglio direttivo della Bce, ha ipotizzato in un’intervista a Bloomberg che la Banca centrale europea con l’attacco all’Ucraina potrebbe rallentare il suo programma di fine degli stimoli all’economia. Il differenziale è sceso a 163 punti base dai 174 precedenti e il tasso del Btp a 10 anni all’1,8%.
Le banche italiane sono fra le più esposte, con quelle francesi, verso la Russia con 25,3 miliardi dollari ai quali vanno aggiunte altre esposizioni potenziali come i quasi 6 miliardi di garanzie. Emerge dalle tabelle della Bri, la ‘banca centrale delle banche centrali’ con sede a Basilea, che riporta i dati a fine terzo trimestre 2021. Gli istituti francesi sono esposti per 25,1 miliardi, quelli austriaci per 17,5 e gli statunitensi per 14,6. Le banche tedesche si limitano a 8 miliardi.
Vola il gas sul mercato di Amsterdam, sulla scia dei rischi che il complicato quadro geopolitico comporta per le forniture di Mosca all’Europa. I future di quello che è il benchmark del prezzo del metano in Europa avanzano del 25,4% a 111,5 euro al megawattora, pur ripiegando dal massimo di 125 euro (+41%) segnato in apertura di contrattazioni.
Anche il prezzo del petrolio continua a salire. Il Brent ha toccato per la prima volta dal 2014 quota 105 dollari al barile, grazie a un rialzo superiore all’8%. Il Wti, il greggio texano, è a un passo dai 100 dollari al barile, trattando a 99,4 dollari (+7,9%).
Ricordiamoci, non solo in questi momenti, di assicurarci da qualsiasi rischio
Fonte: tg24.sky.it