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Inflazione sempre più alta. Oltre 7 italiani su 10 preoccupati per l’aumento dei prezzi

inflazione

Per risparmiare metà della popolazione ridurrà la frequentazione di bar, ristoranti e pub. Il 46% adotterà strategie per ridurre i costi di viaggi e vacanze.

Negli ultimi mesi l’inflazione è cresciuta in modo esponenziale, diventando una delle principali preoccupazioni a livello internazionale, tanto da superare in alcuni casi i timori legati al Covid-19 e alla guerra Russia-Ucraina. Un contesto che la società di ricerca di mercato Ipsos ha deciso di monitorare più da vicino, lanciando “l’Osservatorio sull’inflazione”, per monitorare gli atteggiamenti dei consumatori in risposta al fenomeno.

Molteplici gli obiettivi dell’analisi: verificare continuativamente il sentiment dei consumatori, con particolare riferimento alla situazione economica, esaminare l’impatto sui comportamenti di acquisto in riferimento a specifici mercati e categorie, valutare le contromisure adottate per fronteggiare i rincari del 2022 e comprendere le percezioni e le aspettative future sull’andamento dei prezzi. 

A giugno l’inflazione in Italia accelera di nuovo salendo a un livello (+8% da +6,8% del mese precedente). che non si registrava da gennaio 1986 (quando fu pari a +8,2%). Lo rileva l’Istat, nelle stime preliminari, sottolineando che le tensioni inflazionistiche continuano a propagarsi dai Beni energetici agli altri comparti merceologici, nell’ambito sia dei beni sia dei servizi. Pertanto, i prezzi al consumo al netto degli energetici e degli alimentari freschi (componente di fondo; +3,8%) e al netto dei soli beni energetici (+4,2%) registrano aumenti che non si vedevano rispettivamente da agosto 1996 e da giugno 1996.

Al contempo – aggiunge l’Istituto di statistica – l’accelerazione dei prezzi degli Alimentari, lavorati e non, spingono ancora più in alto la crescita di quelli del cosiddetto “carrello della spesa” (+8,3%, mai così alta da gennaio 1986, quando fu +8,6%).

In un quadro di diffuse tensioni inflazionistiche, l’ulteriore accelerazione della crescita su base tendenziale dell’indice generale dei prezzi al consumo si deve prevalentemente da una parte ai prezzi dei Beni energetici (la cui crescita passa da +42,6% di maggio a +48,7%) e in particolare degli Energetici non regolamentati (da +32,9% a +39,9%; i prezzi dei Beni energetici regolamentati continuano a registrare una crescita molto elevata ma stabile a +64,3%), e dall’altra a quelli dei Beni alimentari, sia lavorati (da +6,6% a +8,2%) sia non lavorati (da +7,9% a +9,6%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +4,4% a +5%) e dei Servizi relativi ai trasporti (da +6% a +7,2%).
L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +3,2% a +3,8% e quella al netto dei soli beni energetici da +3,6% a +4,2%.

Su base annua accelerano sia i prezzi dei beni (da +9,7% a +11,4%) sia quelli dei servizi (da +3,1% a +3,4%); si ampia, quindi, il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni (da -6,6 di maggio a -8,0 punti percentuali).

Accelerano i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +6,7% a +8,3%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +6,7% a +8,4%).

Fonte: Finanza Repubblica

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