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Evviva Santa Rosa

 

 

E’ la notte del 3 settembre e come ogni anno a Viterbo si ripercorre una tradizione magica… ha inizio il trasporto della Macchina di Santa Rosa. Alcuni la chiamano il campanile che cammina: è una torre alta 30 metri, illuminata da fiaccole e luci elettriche del peso di cinquanta quintali circa. La struttura è portata a spalle per le strette e articolate vie del centro da 100 uomini, chiamati “Facchini di Santa Rosa” .

Ore 21.00 lo schieramento è al completo e i facchini dopo aver ricevuto la benedizione in articulo mortis, si preparano ad “accapezzare i loro ciuffi”: cosi’ e’ chiamata la protezione in cuoio che indossano per alleviare il dolore del forte peso che devono sostenere.

La macchina si avvia di fermata in fermata. Ad ogni pausa il capo-facchino riecheggia: “Siamo tutti un sentimento” – e il popolo viterbese insieme ai facchini con un boato risponde “si”. Lo sforzo dei facchini è sovrumano ma con loro c’è il sostegno di tutta una città, di cittadini viterbesi e di persone venute da ogni dove ad assistere a questo spettacolo unico al Mondo. Non esiste possibilità di tradurre l’emozione e le sensazioni che si possono avvertire. Santa Rosa riesce a unire un intero popolo, di credenti e non, di viterbesi e non, di giovani e grandi.

Con questo spiritocome sempreabbiamo partecipato all’evento. Vi mostriamo alcune foto scattate dalla Festa a cui siamo stati invitati. Tutti insieme, come ogni anno, siamo rimasti senza parole all’apparire della Macchina e ci siamo per un attimo uniti ai Facchini dimenticando ogni pensiero, ogni malinconia, con gli occhi al cielo alla piccola Santa che da lassu’ ci guardava e proteggeva…

Evviva Santa Rosa.

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