MILANO (Reuters) – L’equipaggio della Costa Concordia, la nave da crociera naufragata con 4.200 persone a bordo lo scorso gennaio davanti all’isola del Giglio, è stato premiato come miglior “Seafarer of the year” (marittimo dell’anno) ai Lloyds Global Awards 2012.
Il premio è stato assegnato a tutto l’equipaggio perché, “nella tempesta mediatica” seguita all’urto della nave contro lo scoglio davanti al Giglio, “l’attenzione internazionale si è concentrata inevitabilmente sulle azioni del comandante” e “non si è parlato degli autentici esempi di coraggio e professionalità dimostrati dai membri dell’equipaggio”.
Nel naufragio – per il quale è indagato il comandante Francesco Schettino insieme ad altre otto persone, tra ufficiali e funzionari di Costa – sono morte 32 persone.
“Mentre le tragiche perdite di vite umane causate da questo deplorevole incidente saranno, giustamente, ancora per tempo oggetto di indagini da parte della autorità giudiziarie, non bisogna dimenticare che senza la grande reazione di gran parte dell’equipaggio, la perdita di vite umane avrebbe potuto essere ben più grave”, si legge nelle motivazioni di Lloyd’s.
La candidatura, premiata dai giudici, è stata proposta dalla società Magsaysay, che si occupa di selezione e formazione del personale marittimo filippino, “che ha voluto estendere il premio, dato il loro coraggio, anche agli altri membri d’equipaggio presenti sulla nave, affinché quanto è stato fatto quella notte da questi marittimi, così professionali e leali, sia pubblicamente riconosciuto”.
A pensarla diversamente ci sono però i periti nominati dal gip del tribunale di Grosseto, che si sta occupando dell’incidente probatorio dell’inchiesta, secondo i quali parte dell’equipaggio era impreparato, non aveva le certificazioni previste e non capiva l’italiano, lingua ufficiale della nave.
Nella relazione tecnica sul naufragio agli atti, i consulenti scrivono che “parte dell’equipaggio destinato a incarichi chiave non conosceva i propri compiti in caso di emergenza” e ad alcuni erano stati attribuiti incarichi “senza che fosse stata fornita loro la familiarizzazione prevista per soddisfare i requisiti” previsti dalla legge in caso di pericolo.
“Ai mezzi collettivi di salvataggio sono stati assegnati membri dell’equipaggio” non in possesso del certificato di idoneità e non tutti erano “in grado di capire le istruzioni in caso di emergenza nella lingua di lavoro”, ovvero l’italiano.