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Cartelli stradali all’estero: un rebus per un italiano su due

Oltre il 50% degli automobilisti italiani ha incontrato cartelli stradali particolari e sconosciuti, il 26% non ha mai provato la guida a sinistra e si augura che non gli capiti mai nella vita, mentre l’85% si sente sicuro a guidare sulle strade della propria città.

“Percorrere le strade a noi familiari non è un problema ed è facile sentirsi al sicuro. Scattano i soliti automatismi: si esce dal posteggio, si svolta a destra, ci si ferma allo stop. Ma quando ci si trova a percorrere strade mai viste prima, può capitare all’improvviso di trovarsi davanti a segnali stradali che parlano un linguaggio incomprensibile”. Parte da queste considerazioni la nuova ricerca* del Centro Studi e Documentazione Direct Line, che ha voluto indagare sulla dimestichezza dei nostri condittadini verso la segnaletica stradale quando guidano all’estero.

Nel dettaglio, visto che la ricerca ha rilevato che più della metà degli intervistati ha incontrato durante i propri viaggi cartelli stradali particolari e sconosciuti, il 19% degli intervistati dichiara di essere incappato all’estero in cartelli stradali strani, un 11% rivela di fare fatica con le indicazioni in territorio straniero e un altro 11% ha invece interiorizzato il fatto che le autostrade all’estero hanno colori diversi. C’è inoltre un 8% che trova cartelli stradali strani in Gran Bretagna imputandoli alla guida a sinistra e un 2% che ammette di avere difficoltà a interpretare i limiti di velocità, probabilmente perché espressi in miglia e non in chilometri. Il restante degli intervistati dichiara di non aver mai incontrato cartelli indecifrabili perché si adatta facilmente a tutte le situazioni o percorre sempre le solite strade.

Il sondaggio riporta che solo il 16% ha sperimentato la guida a sinistra, di cui un 9% che fa risalire l’esperienza alla giovane età e un altro 7% che dichiara comunque di trovare difficile immettersi nelle rotonde. Il restante 85% non si è mai dilettato con la guida a sinistra, di questi un 36% esprime il desiderio di volerci almeno provare una volta, mentre il 26% si augura, al contrario, che non gli capiti mai nella vita.

Il discorso si presenta decisamente diverso quando si sposta l’attenzione sulle strade della propria città. L’85% degli intervistati si dichiara sicuro di guidare sulle strade che percorre quotidianamente: di questi il 43% perché le conosce bene e sa quali sono i tratti più pericolosi e quali i più sicuri, il 21% solo perché è sempre attento e pronto a schivare pericoli provenienti dagli altri attori della strada. Un ulteriore 17% rivela qualche incertezza rispondendo che nelle ore più trafficate il rischio di tamponamenti e incidenti è alto e un 4% pensa che gli automobilisti della propria città siano abbastanza disciplinati, quindi che non ci sono molti rischi. Solo il 15% dichiara di non sentirsi affatto sicuro perché in pochi rispettano le precedenze e regole stradali.

“Viaggiare con la propria auto e magari girare l’Europa è una passione per molti irrinunciabile. Bisogna però prestare attenzione: ogni paese, anche all’interno dell’Unione Europea, ha normative specifiche di circolazione stradale che bisogna conoscere prima di mettersi in viaggio – commenta Barbara Panzeri, direttore marketing Direct Line –. Guidare all’estero può essere una vera impresa a partire dalla segnaletica stradale: nei paesi in cui la conoscenza della lingua è un limite bisogna informarsi quel poco che basta per non incorrere involontariamente in pesanti sanzioni che possano rovinare il viaggio”.

Intermedia Channel


*Fonte della ricerca: L’indagine è stata condotta a febbraio 2015 e ha coinvolto 1.000 individui di età compresa tra i 18 e i 64 anni su popolazioni. È stata condotta con metodologia CAWI (computer-assisted web interviewing), attraverso il panel proprietario di Duepuntozero Doxa

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