Assicurazioni vs automobilisti: le liti irrisolte valgono 5 miliardi

Benché in diminuzione, è ancora enorme la cifra accantonata dalle compagnie per i contenziosi fermi in tribunale

Nelle aule dei tribunali italiani ci sono oltre cinque miliardi di euro intrappolati. È l’ammontare del denaro che le compagnie assicurative hanno accantonato e che, in buona parte, finiranno nelle tasche di cittadini (o delle loro famiglie) che hanno subito danni fisici gravi, o che hanno perso la vita in un incidente stradale. Persone che aspettano giustizia.

La buona notizia è che le cause civili pendenti dovute al ramo rc auto sono in costante calo. Secondo l’ultimo bollettino statistico dell’Ivass (l’autorità di settore), che riporta i dati 2019, il dato è di 221.453 cause, il -4% rispetto all’anno precedente e il -27% rispetto al 2010. Il problema è che il contenzioso, spiega Ivass, “continua a essere caratterizzato da tempi lunghi di formazione e chiusura delle cause”. Il 2020 della pandemia non aiuta. O meglio: è una grande occasione persa. Perché gli incidenti sono stati circa il 30% in meno a causa delle restrizioni alla mobilità, ma i tribunali hanno lavorato a ritmo ridotto e non sono quindi riusciti a smaltire moltissime cause che, anziché chiudersi quest’anno, andranno a finire nel 2021.

Ma perché compagnie e automobilisti litigano? “Non ci sono dati precisi sul tipo di cause. Dalla nostra esperienza possiamo dire che la maggior parte sono legate a risarcimenti per danni alla persona, seguiti da danni materiali e da contenziosi per stabilire la responsabilità di un sinistro” spiega Furio Truzzi, presidente di Assoutenti. Truzzi fa due esempi: “Una compagnia valuta un danno molto meno rispetto a quanto si aspetta il cliente, che cerca così di ottenere di più. Oppure l’assicurazione sostiene che nella dinamica di un sinistro ci sia un concorso di colpa, mentre l’automobilista ritiene di aver ragione al 100%”.

Nella classifica delle regioni più litigiose la Campania ha il primato indiscusso con il 40,3% del totale, il 26% solo a Napoli. Segue il Lazio con il 13,3%. Un dato che secondo Truzzi “non incide, se non in minima parte”, sul premio rc auto, che in Campania è ancora mediamente più alto rispetto alla media nazionale. “In questa regione anche la frequenza dei sinistri è diminuita; in città come Prato e Rimini non è diversa da quella di molti comuni campani, eppure lì il premio costa di meno”. Secondo l’esperto questo potrebbe essere legato, in parte, “alla statistica degli anni scorsi”.

Nel suo ultimo bollettino Ivass dice anche che nel 2019 il 60% delle cause civili in primo grado si sono chiuse con una transazione. Un modo, cioè, per mettersi d’accordo prima che venga emessa una sentenza. Nel 32% dei casi a pagare è stata la compagnia, che ha avuto ragione solo l’8,7% delle volte.

Rimangono però quei 5,3 miliardi accantonati. E che in buona parte spettano ai cittadini. “È un vero tesoretto” commenta ancora Truzzi. “In un momento di profonda crisi come quello che viviamo, redistribuire queste somme a chi ne ha diritto dovrebbe essere una priorità. Ragioniamo su incentivi fiscali alle compagnie per convincerle a liquidare le somme dovute, soprattutto in quelle cause in cui i precedenti sono favorevoli ai clienti. In questo modo diminuirebbe il carico per i tribunali e aumenterebbe la fiducia dei cittadini nella giustizia”.

Fonte: Articolo Repubblica.it

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