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Apre il centro internazionale di cultura digitale

Una casa per il digitale, un luogo di incontro fisico e virtuale, di scambio e confronto on line e on site attraverso digital experience, workshop, masterclass, attività formative e servizi creativi dedicati alle opportunità espressive e culturali del digitale, per stimolare unione e connessione da Milano verso il mondo: tutto questo è Meetil centro internazionale per la cultura digitale con il supporto di Fondazione Cariplo ufficialmente aperto dal 31 ottobre 2020.

Ideato e presieduto dalla critica d’arte e umanista Maria Grazia Mattei, Meet vuole contribuire a colmare il divario digitale italiano nella convinzione che l’innovazione sia un fatto culturale prima ancora che tecnologico e che, mai come oggi, sia necessario colmare il divario fra persone e tecnologie a partire dal capitale umano: Humans Meet Digital è, infatti, il claim che connota il centro. 

Meet si trova a Milano in via Vittorio Veneto 2, nel cuore di Porta Venezia.

Ad ospitarlo è l’edificio dell’ex Spazio Oberdan, che si sviluppa su 1500 metri quadrati distribuiti su tre piani, riprogettati dall’architetto Carlo Ratti con il suo studio, rispondendo alla sfida di creare una casa per la cultura digitale. Il progetto è imperniato sulla spettacolare Living Staircase, la scala abitata capace di diventare di volta in volta teatro o spazio di lavoro.

Elementi chiave di Meet sono anche l’Immersive Room, la sala immersiva dotata di 15 proiettori che offrono immagini estremamente luminose in 4K per una proiezione continua su tre pareti a 270°, e il Theater da 200 posti con tre superfici di proiezione (qui la Cineteca di Milano offre una programmazione autonoma dedicata al cinema contemporaneo).

Non di meno la luce Artemide è parte integrante dello spirito di Meet: in tutto l’edificio la luce segue i ritmi delle persone. Si declina con presenze espressive e scenografiche come nell’ingresso o lascia che sia semplicemente la luce pura a raccontare e sottolineare l’architettura, gli eventi, la comunicazione.

Il centro di cultura digitale si è dato anche un soundscape originale, Meet the Simphony, registrato dalla sound designer Chiara Luzzana captando i rumori del Meet e di chi lo vive. Non manca infine il Bistrot, ideato e gestito da Mare Culturale Urbano con il concept Food Balls del food designer Martí Guixé e il design di Italo Rota. 

«Meet non è solo una sede espositiva», spiega la fondatrice e presidente Maria Grazia Mattei: «Meet è una vera e propria content factory, un laboratorio creativo aperto a tutti coloro che, in Italia e nel mondo, cerchino una piattaforma capace di progettare e produrre format digital-first e farli rimbalzare ovunque. La sede di Meet è un corpo ibrido, capace di vivere in forma fisica e allo stesso modo in forma virtuale. Lo stiamo già facendo con le decine di partner internazionali che sono in rete con noi, co-creando lecture, workshop e persino un simposio internazionale con modalità interattive ed empatiche nonostante il distanziamento fisico».

Tra le prime iniziative ospitate da Meet, la prima virtuale della performance di danza della compagnia Ariella Vidach – Aiep Dance the Distance (28, 29 e 30 ottobre 2020 alle 20.30 sul sito di Meet) e l’installazione site-specific Renaissance Dreams di Refik Anadol (dal 31 ottobre 2020 al 10 gennaio 2021, nella sala immersiva di Meet).

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