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Superbonus 110%: il credito è cedibile una sola volta. Stretta sui furbetti

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Nuovo giro di vite sul Superbonus 110%, la maxi detrazione fiscale introdotta con il Decreto Rilancio al fine di far decollare l’economia italiana dopo la crisi Covid, puntando sul mercato immobiliare.

Tra le varie possibilità per avere la maxi detrazione, oltre all’indicazione delle spese sostenute per lavori di sostituzione dell’impianto di riscaldamento o per la realizzazione del cappotto termico, nella dichiarazione dei redditi, c’è la possibilità di ricevere uno sconto in fattura o cedere il credito di imposta.

Allo stato attuale, il credito d’imposta può essere ceduto un numero di volte illimitato a qualsiasi soggetto. Il beneficiario può cedere il suo credito all’impresa che realizza gli interventi di riqualificazione, che a sua volta può cederlo alla propria banca o ad altro soggetto.

Tuttavia il rischio frodi è molto alto. Come ha rilevato qualche mese fa il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini nel corso di un’intervista a Il Sole 24 Ore, ad un anno dall’operatività della piattaforma per la cessione dei crediti e lo sconto in fattura, sono state già individuate truffe per 800 milioni di euro su 19,3 miliardi di scambi (6,5 per il 110% e 12,7 per gli altri sconti) e 2,5 milioni di operazioni.
Nel dettaglio, come ricorda Ruffini, sono state rilevate numerose cessioni di crediti inesistenti, soprattutto riferiti a interventi edilizi non effettuati. In altri casi è stata rilevata la cessione di crediti inesistenti riferiti a lavori fittiziamente realizzati addirittura in favore di persone inconsapevoli, che si sono ritrovate nel loro cassetto fiscale fatture relative a opere mai eseguite. Questi crediti fittizi possono poi essere oggetto di successive “movimentazioni” e alla fine ceduti a intermediari e quindi monetizzati.

Superbonus 110%: stretta sulle frodi

E proprio in considerazione delle numerose frodi perpetrate con la cessione dei bonus fiscali, il nuovo Dpcm approvato di recente blocca la cessione multipla di questi crediti d’imposta prevedendo, di fatto, una sola cessione da parte dell’impresa agli intermediari finanziari. L’articolo 26 del decreto Sostegni ter prevede il blocco della cessione multipla dei crediti d’imposta.

Stessa cosa per lo sconto in fattura: i contribuenti che effettuano lavori agevolabili con il Superbonus al 110%, possono cedere il loro bonus fiscale vedendosi ridurre il costo dell’intervento agevolato. Dal quel momento in poi, ossia da quando lo sconto si trasforma in credito d’imposta per l’impresa, scatta il nuovo vincolo di una sola cessione.

Per i crediti già oggetto di cessione al 7 febbraio si potrà procedere con una sola ulteriore cessione. I contratti che violeranno le nuove norme saranno considerati nulli.
Così come si legge nella bozza, i crediti che alla data del 7 febbraio 2022 sono stati già oggetto di cessione o dello sconto in fattura, possono «costituire oggetto esclusivamente di una ulteriore cessione ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari», nei termini previsti.

Decreto anti-frodi

Alla fine dello scorso anno, il Cdm presieduto da Mario Draghi ha approvato  nuovo provvedimento che ha come obiettivo fare chiarezza sugli sconti più utilizzati dagli italiani, e dunque più onerosi per le casse dello Stato e mettere al riparo dalle frodi, per evitare che i bonus edilizi “perdano credibilità”.
A partire dalla  nascita di listini prezzi di riferimento per evitare che i costi dei lavori lievitino in modo anomalo.

Previsto inoltre uno stop a cessione del credito o sconto in fattura per Superbonus e gli altri bonus ristrutturazioni se emergono “profili di rischio” che vanno verificati.

In particolare si prevede che l’agenzia delle Entrate possa sospendere “fino a 30 giorni” gli effetti delle comunicazioni di cessione del credito in base a specifici profili di rischio che saranno individuati per ogni “diversa tipologia dei crediti ceduti”. All’esito positivo delle verifiche, o trascorsi 30 giorni, la cessione del credito diventa efficace. Infine viene  esteso l’obbligo del visto di conformità – rilasciato da commercialisti e Caf – anche nel caso in cui il Superbonus 110% sia portato in detrazione nella propria dichiarazione dei redditi. L’obbligo non sussiste se la dichiarazione è presentata direttamente dal contribuente.

Fonte: Wall Street Italia

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