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Il pacifico Trump

Nella notte fra giovedì 7 e venerdì 8 gennaio il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha diffuso un nuovo video sull’attacco al Congresso statunitense avvenuto due giorni fa da parte di centinaia di suoi sostenitori. Durante l’attacco, che lui stesso aveva istigato fuori dal Congresso, Trump aveva diffuso un video in cui chiedeva ai rivoltosi di tornare a casa ma al contempo li ringraziava per il loro impegno: «Siete speciali, vi vogliamo bene».

Il tono del secondo video è molto diverso: Trump legge un comunicato in cui condanna fermamente le violenze, spiegando che le persone coinvolte nell’attacco «non rappresentano il nostro paese, e chi ha violato la legge dovrà risponderne». «Abbiamo appena superato un’elezione intensa che ha provocato emozioni forti: ma ora i toni si devono abbassare», ha aggiunto Trump. Il presidente ha proseguito sostenendo che la Casa Bianca stia lavorando per assicurare un’ordinata transizione dei poteri a una «nuova amministrazione»: è la prima volta che lascia intendere di avere perso le elezioni presidenziali (anche se nel video non nomina mai né Joe Biden né i Democratici).

Il video di Trump era stato preceduto da una brevissima conferenza stampa della portavoce della Casa Bianca Kayleigh McEnany, in cui ha usato più o meno gli stessi toni e argomenti.

Non è chiaro quanto la dichiarazione di Trump sia sincera. Più volte in questi quattro anni Trump è finito al centro di accuse e polemiche, una situazione che affronta sempre rilanciando e alzando la posta; ma quando queste accuse lo mettono in vera difficoltà – accadde dopo i fatti di Charlottesville e dopo la conferenza stampa con Putin a Helsinki – è capitato che improvvisamente cambiasse tono, leggendo da un gobbo comunicati moderati e ragionevoli, destinati a essere superati da nuove istintive e aggressive dichiarazioni nel giro di poco tempo.

Il New York Times ha scritto che durante l’attacco Trump è sembrato compiaciuto di quello che stava succedendo, e che inizialmente si era rifiutato di registrare il secondo video: «Ha accettato di farlo solo dopo la pressione dei suoi collaboratori, e dopo aver realizzato improvvisamente che potrebbe subire conseguenze legali per avere incoraggiato i rivoltosi».

Nel frattempo moltissimi politici Democratici e anche qualche Repubblicano stanno discutendo della possibilità di rimuovere Trump dalla presidenza, o attraverso una nuova procedura di impeachment oppure attivando il 25esimo emendamento della Costituzione. Al momento però nessuna delle due opzioni sembra particolarmente probabile.

Fonte: ilpost.it

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