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Bad Bank: le ultime novità sul piano dell’UE per i crediti deteriorati delle banche

Una Bad Bank a livello europeo per definire una strategia comune sui crediti deteriorati delle banche: questo il tema di una tavola rotonda promossa dalla Commissione Europea.

Ad annunciare l’evento previsto per il prossimo 25 settembre è il Sole 24 ore. La questione degli Npl (non performing loans) è tornata di attualità in questo tempo di crisi a causa della pandemia.

La discussione su un piano condiviso per aiutare le banche sopraffatte da crediti deteriorati generati dalla pandemia è considerata cruciale. L’idea di una Bad Bank si sta facendo strada di nuovo dopo indiscrezioni al riguardo provenienti dalla BCE in primavera.

Molti Paesi, anche l’Italia, la considerano una valida soluzione al problema dei Npl.

Perché una Bad Bank per gestire i crediti deteriorati?

Stabilire uno strumento comune per eliminare dai bilanci bancari i crediti deteriorati e definire standard condivisi sul pricing e la classificazione dei Npl: questi i temi del prossimo dibattito europeo. L’obiettivo della discussione, che dovrebbe essere puramente informativa e di confronto e non decisoria, è quello di valutare uno strumento condiviso per evitare il collasso delle banche.

La preoccupazione, infatti, è che i crediti deteriorati accumulati dagli istituti finanziari anche a causa della crisi attuale si trasformino in pesanti perdite. Il rischio è la cessione dei crediti a prezzi non vantaggiosi, con la conseguenza di avere meno risorse per fare credito a imprese e famiglie.

Sono soprattutto i Paesi europei del Sud Europa a insistere su una Bad Bank e su regolamentazioni europee al riguardo. Yannis Stournaras, governatore della Banca di Grecia, ha affermato al Financial Times:

“La lezione della crisi è che solo con una Bad Bank si può risolvere il problema dei Npl. Potrebbe essere europea o nazionale, l’importante è che nasca in fretta”.

Sul tema gli Stati del Nord sembrano meno coinvolti. Tuttavia, le prospettive non sono affatto buone per tutto il Vecchio Continente. L’impatto della crisi causato dal coronavirus potrebbe riservare brutte sorprese a lungo termine. Anche sul fronte dei bilanci bancari e dei crediti deteriorati.

I dati del primo semestre hanno suggerito che le grandi banche europee hanno accantonato 60 miliardi di euro per quanto riguarda le perdite sui crediti.

Anche se il rapporto tra Npl e crediti totali in UE era ancora al 3% a marzo, un dato rassicurante, lo scenario è stato valutato in peggioramento. Il costo del rischio, per esempio, ha avuto un balzo da 50 punti base a 81.

Il tema della Bad Bank a livello europeo, quindi, potrebbe tornare utile a tutti i Paesi.

La normativa vigente e gli ostacoli alla Bad Bank

Uno degli ostacoli alla definizione di un piano comune per una Bad Bank potrebbe essere la normativa vigente.

Nello specifico, la direttiva europea Brrd del 2014 limita gli aiuti pubblici alle banche e li consente soltanto dopo aver imposto ad azionisti, obbligazionisti e correntisti con depositi superiori a 100.000 euro delle perdite.

Lo scopo della normativa è la lotta all’azzardo morale dei banchieri ed evitare il salvataggio di banche a svantaggio dei contribuenti.

La crisi finanziaria e dei crediti deteriorati di oggi, però, è frutto soprattutto della pandemia, non di scelte dei singoli manager. Per questo, anche lo schema normativo potrebbe andare incontro a una soluzione di Bad Bank.

L’incontro europeo: cosa aspettarsi?

L’evento europeo del 25 settembre vuole essere un’occasione di confronto sul tema dei Npl.

L’iniziativa è stata organizzata dalla Commissione Europea, nello specifico dalla Dg Fisma che si occupa della Stabilità finanziaria e dei mercati dei capitali ed è responsabile della politica UE su banche e finanza.

Ci saranno importanti personalità come funzionari di BCE, Ssm ed Eba, il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis, la presidente della commissione Econ, Irene Tinagli, il capo del dg Fisma, Klaus Wiedner.

La discussione coinvolgerà anche protagonisti dei settori finanziario, bancario, assicurativo e per l’Italia ci sarà la rappresentanza di Amco, società per la gestione dei Npl.

L’incontro non avrà l’ambizione di prendere decisioni, piuttosto vuole creare le basi per future soluzioni condivise su Bad Bank e crediti deteriorati in Europa.

Fonte: money.it

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