Il 17 febbraio si festeggia la Giornata mondiale del Gatto, una ricorrenza nata nel 1990. Ma perchè è stata scelta proprio questa data? Tra i detti popolari, febbraio veniva definito “il mese dei gatti e delle streghe”, creando una connessione tra gatti e magia, ma in particolar modo è il mese dell’Acquario, il segno zodiacale che caratterizza gli spiriti liberi e indipendenti. Il numero 17, invece, nella tradizione italiana è sempre stato ritenuto un numero portatore di sventura: stessa sorte per i gatti, considerati in passato, ma anche da qualcuno al presente, come animali “porta-sfortuna”, soprattutto se neri.
La sinistra fama del 17
è determinata dall’anagramma del numero romano che da XVII si trasforma in “VIXI” ovvero “sono vissuto”, di conseguenza “sono morto”, ma in realtà non vale allo stesso modo per il gatto che, per leggenda, può affermare di essere vissuto vantando la possibilità di altre vite, e per questo il 17 si può leggere come “1 vita per 7 volte”, trasformandosi così in una data tutta da festeggiare.
In passato i gatti, animali misteriosi per eccellenza, erano considerati una sorta di ponte tra il mondo umano e l’universo extrasensoriale, così come si credeva che possedessero poteri magici. Questa visione, rapportata a oggi, non è del tutto sbagliata: i gatti, infatti, possono sentire gli ultrasuoni e sono in grado di anticipare eventi che solo in seguito verranno percepiti dai nostri sensi. Esaminano l’ambiente circostante attraverso i loro tastatori (baffi), che li avvisano dei movimenti dell’aria, della presenza di ostacoli e anche delle variazioni dei campi magnetici e della pressione atmosferica.
Si stima che attualmente ci siano 500 milioni di gatti nel mondo, ma il numero di quelli che vivono nelle strade è molto maggiore e, considerando che la loro presenza ha un impatto fortemente positivo nella vita delle persone, pensate quanto Benessere a portata di mano: dalla componente educativa nella fase di crescita dei più piccoli, alla compagnia per le persone anziane o sole, alla capacità comprovata scientificamente di portare serenità e contrastare i disturbi come ansia e depressione.
Quanti di noi, nel tenere in braccio il proprio micio, potrebbero raccontare di aver sentito mitigata la rabbia, l’ansia, la preoccupazione e anche la sofferenza, grazie al suo placido ronfare? Non è un’impressione ma è proprio così. Perchè “chimicamente le fusa producono endorfine, sostanze prodotte dal cervello e dotate di proprietà tranquillizzanti, proprio perchè il ‘ron ron’ utilizza lo stesso percorso in cui viene secreta la serotonina stimolandola. Ma la cosa più strabiliante è che la bassa frequenza della vibrazione è molto simile a quella della apparecchiature che si usano in fisioterapia e questo spiegherebbe la velocità con cui i gatti guariscono dalle fratture rispetto ad altri animali.
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Fonte: La Repubblica